ASSOLUTAMENTE INGRANDITA!!!!!


Ciò che viene illustrato nel quadro di Gericault avvenne realmente, il 2 luglio 1816: la Méduse, una fregata della marina francese, in navigazione da Brest verso il Senegal, antica colonia francese restituita da Londra appena dopo Waterloo, si incagliò su un banco di sabbia, 160 chilometri al largo della attuale Mauritania probabilmente a causa dell'inettitudine del comandante de Chaumaray, il quale non disponeva di carte nautiche aggiornate.
De Chaumaray imbarcò 250 passeggeri notabili, incluso il governatore del Senegal, Julien Désiré Schmaltz, la moglie e la figlia, e 139 persone fra equipaggio, sottufficiali e il medico di bordo su una zattera di 20x10 m, legata alle scialuppe da una cima.
In questo modo i superstiti iniziarono il viaggio verso la costa, ma, poco dopo l’inizio della navigazione, la cima si ruppe (o venne tagliata) e la zattera fu abbandonata al suo destino. Probabilmente gli uomini sulle scialuppe si stancarono di trascinare la zattera. Dei 139, 20 morirono (o si suicidarono) già la prima notte, quasi la metà finì in mare in seguito a lotte tra gli stessi naufraghi. Al nono giorno i venticinque sopravvissuti si diedero al cannibalismo: a 12 giorni dal naufragio, il tredicesimo giorno i superstiti (sul cui numero si hanno discordanti versioni: 13, 15 o 20) vengono salvati dal battello Argus; cinque morirono la notte seguente.
Lo scandalo scoppiò il 13 settembre seguente, allorché il foglio anti-borbonico Journal des débats, pubblicò una relazione del chirurgo Henry Savigny, sopravvissuto della zattera: egli raccontava del clima di violenza e sopraffazione fra i sopravvissuti. Ma gli avversari del governo sottolinearono innanzitutto la discriminazione sofferta dai non-privilegiati, e poi la circostanza che il comandante de Chaumaray fosse un émigré, rientrato nel 1814. Montarono un affare politico che ebbe la sua risonanza, tanto che, nel 1819, il pittore Géricault realizzò il dipinto, ancor oggi ben conosciuto, che identifica il naufragio della Medusa con quello del Primo Impero. Un'opera che fece sensazione, anche poiché rappresentava una delle prime opere della neonata scuola romantica, e suscitò vive proteste in Francia, per la durezza con cui era esposto l'accaduto.
Il 3 marzo 1817 de Chaumaray venne condannato a tre anni di prigione.
Nel quadro risulta evidente la spinta da sinistra verso destra. Ritrae in uno schema piramidale dovuto all'albero e dalle due cime. La struttura della composizione è accostabile a La libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix.
I due stracci sventolati (rosso e bianco) simboleggiano la speranza dei poveri naufraghi alla vista di una nave in lontananza. Da notare il ragazzo, trattenuto da un vecchio che sembra una scultura ellenistica: il giovane indossa ancora i calzini, e in questo vediamo il realismo del quadro, visibile anche nei nudi michelangioleschi dei marinai. Nell'opera sono da notare anche i tratti romantici come il sollevarsi della zattera da una parte e il contrapposto gonfiarsi della vela dall'altro, e la luce livida e drammatica. Si pensa inoltre che Géricault avesse usato dei cadaveri veri per ritrarre i corpi così ben rappresentati. Si noti il carico di tensione dei corpi aggrovigliati, vigorosi e imponenti. Si notano anche i lineamenti scolpiti dei naufraghi. Si possono tracciare due linee una della disperazione e una della speranza: la prima parte da destra in basso e arriva a sinistra in alto, la seconda parte da sinistra in basso e arriva in alto a destra.

Questo scatto racconta molto del mio modo di pensare la fotografia, come un'arte che con tutte le altre forme di arte, figurative e non, dialoga, si contamina, arricchisce e si arricchisce.
Da qui il riferimento, cercato in fase di scatto, perseguito in post, al dipinto di Géricault.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f1/G%C3%A9ricault_-_La_zatter

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Commento da/Comment by Antonio Muggeo su/on 26 Marzo/March 2011 a/at 20:04
Una interpretazione magistrale...ottimo connubio tecnico-artistico.
Commento da/Comment by Massimo Daddi su/on 25 Marzo/March 2011 a/at 23:07
Un grande grazie, Jekyll!!!!
Commento da/Comment by Jekyll su/on 25 Marzo/March 2011 a/at 15:16
le cromie sono bellissime e speciali...le vedo bene accostate all'atmosfera di Gericault...gran ricerca in post...bella anche la digressione artistica
Commento da/Comment by Massimo Daddi su/on 25 Marzo/March 2011 a/at 15:03
....ma con tante grazie, Adriano!!!!
Commento da/Comment by Massimo Daddi su/on 25 Marzo/March 2011 a/at 15:02
caro sergio, ti ringrazio, ma ti ringrazio davvero di cuore, perchè hai dato una lettura perfetta di quello che era il mio intento. Sono totalmente d'accordo sul concetto che la foto "è" cultura!!!!
Commento da/Comment by Adriano De Col su/on 25 Marzo/March 2011 a/at 14:38
Senza parole +++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

Diamond
Commento da/Comment by Sergio Codogno su/on 25 Marzo/March 2011 a/at 13:41
Estremamente interessante quella che dovrebbe essere una prefazione alla foto e che la fa quindi osservare con occhi diversi. Dato che fotografia può essere ed è anche cultura. Grazie perciò a Massimo.
Commento da/Comment by Massimo Daddi su/on 25 Marzo/March 2011 a/at 10:06
Roberto mi sa che c'hai ragione, stavolta ho sdato....Grazie!!!
Commento da/Comment by Massimo Daddi su/on 25 Marzo/March 2011 a/at 10:05
E io ti ringrazio, Silvia!!!
Commento da/Comment by Massimo Daddi su/on 24 Marzo/March 2011 a/at 22:41
Salvatore, sarà un po' troppo???? ma ti ringrazio!!!

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