In un viaggio di alcuni anni fa, qualcuno mi aveva descritto la Dancalia come un luogo assolutamente da vedere. La rivista del National Geographic  l'ha definita  "il luogo più crudele della terra“. Invece l’edizione italiana del 2010 della guida della Lonely Planet "Etiopia e Eritrea"  non dedica neanche due pagine alla Dancalia. Il motivo è spiegato in un piccolo riquadro:  "al tempo della stesura di questa guida la Dancalia e l'Eritrea occidentale erano off-limits per i viaggiatori (e probabilmente rimarranno tali per l'intera vita della presente edizione). Non abbiamo potuto pertanto condurre la nostra ricerca sul campo. La ragione dell''inaccessibilità non è chiara. Secondo alcune voci queste aree sarebbero sede di campi di addestramento militare; secondo altre vi sarebbero frequenti attacchi condotti da gruppi di ribelli".

In realtà la Lonely Planet si sbagliava, la Dancalia già da diversi anni può essere meta di un viaggio a patto di non andare da soli e a con l’obbligo di avere, in alcuni luoghi specifici, la scorta dei militari.

La Dancalia è una depressione a circa 120 metri sotto il livello del mare (“Camminando sul fondo di un mare scomparso” è il sottotitolo di un bel libro di Andrea Semplici su questa regione), però per arrivarci bisogna partire da molto più in alto. Infatti l’aereo dall’Italia atterra ad Addis Abeba, su un altopiano con una altitudine media di oltre 2.000 metri. Da qui, con un volo interno, o via terra si deve raggiungere la regione del Tigrai da dove parte una delle piste per la Dancalia.

Una giornata nel Tigrai è l’occasione per vedere qualcuna delle oltre 120 chiese scavate nella roccia. Probabilmente non sono belle come quelle della zona di Lalibela, ma sono comunque molto suggestive.

Nel Tigrai la strada per la Dancalia si arrampica fino a 2500 metri. Qui finisce l’asfalto e comincia una lunga pista sterrata che, in alcune ore, porta dal fresco dell’altopiano alla fornace della depressione. Sono 50 mila km quadrati, 10 mila dei quali sotto il livello del mare, dove nel periodo fresco il termometro tocca i 40 gradi e d’estate si arriva fino a 55.

E’ un mondo a parte a cominciare da Ahmed Ela, il pozzo di Ahmed, il villaggio dove è obbligatorio dormire.

Qui vivono, per almeno sei mesi all'anno, i cavatori di sale. E' un villaggio quasi mimetico, sembra confondersi con le pietre del terreno circostanze. Le capanne sono fatte di rami intrecciati e stuoie.  Sassi e pietre ammucchiati fanno da base alle capanne, da muretti divisori, disegnano in qualche modo delle strade La sensazione da "luogo alla fine del mondo" è un po' attenuata dalla alta antenna che sovrasta il villaggio e consente di usare il cellulare.

Si dorme all’aperto, all’interno fa troppo caldo anche d’inverno. Per toilette…….una distesa di sassi. Difficile avere un po’ di privacy, qui non ci sono dune dietro cui nascondersi come avviene nel deserto.

E poi Dallol, quello che resta dall’esplosione di una camera magmatica che si trovava sotto la crosta di sale lasciata dal ritirarsi delle acque del Mar Rosso. Acque acide, fumi di zolfo, colori psichedelici e minuscoli geyser sputacchianti.

A poca distanza le colonne di Dallol: torrioni e pinnacoli di sale.

Poi ancora un altro luogo alieno: la Piana del Sale. Chilometri e chilometri quadrati di crosta di sale che in alcuni punti raggiunge l’incredibile spessore di tre chilometri!

Qui arrivano le carovane di dromedari, asini e uomini partiti all’alba da Ahmed Ela.

Qui sotto un sole cocente, sono al lavoro i fokolo, gli estrattori, che con lunghe leve strappano alla crosta di sale grossi pezzi grossolani che poi gli hedele, gli intagliatori Afar, ridurranno in mattonelle dimensioni precise: i  ganfur di circa 4kg, e i ghelao, più o meno 8kg.

E al tramonto le carovane, stavolta con il carico di mattonelle di sale, invertono la marcia e fanno ritorna ad Ahmed Ela.

Un dei luoghi magici della Dancalia è l’Erta Ale. E’ uno dei pochissimi vulcani al mondo che hanno un lago di lava “perenne”.  Si dorme alla base del vulcano, all’interno o all’esterno, a seconda del caldo,  di piccole capanne di lava, rami e paglia e si dorme in cima,  sul bordo della caldera, in capanne simili.

Fra una notte e l’altra si sale sul vulcano camminando sulla lava per oltre undici chilometri (ma con poco dislivello) , si scende nel cratere e si rimane a lungo vicino al bordo del lago di lava ipnotizzati dalle onde che increspano la superficie del magma solcando la superficie di linee infuocate e dalle fontane di fuoco che ogni tanto sprizzano verso l’alto.

Con il calare del sole lo spettacolo si fa sempre più suggestivo. Visto dall’alto il lago di lava ricorda un po' l'occhio di Sauron che, dal pinnacolo più alto di Barad-dur, scruta incessantemente la Terra di Mezzo!           

L’Erta Ale è uno dei luoghi della Dancalia dove è obbligatorio essere scortati dai soldati. Questo dal gennaio del 2012, quando cinque turisti sono stati uccisi, non si è mai capito bene da chi.

Dopo l’incontro con l’Erta Ale, si torna gradualmente al mondo “normale”. La pista sterrata va a morire bei pressi di una strada asfaltata, si incontrano villaggi sempre più grandi....

..........fino a risalire sull’altopiano e lasciare definitivamente questi luoghi incredibili che sembrano venuti da un tempo lontano e da un altro pianeta. E’ un viaggio decisamente più stancante di altri ma vale assolutamente tutta la fatica e i disagi che comporta.

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Risposte a questa discussione

Fantastico documentario, un reportage preciso e ben dettagliato. Foto ottime, mi sembra di essere stato li. (Un po' invidioso per non esserci stato veramente)

Grazie per aver condiviso questa tua esperienza, L'occhio di Sauron...   magnifica la carovana che trasporta il sale, i bambini che giocano a pallone con i sandali in mezzo alla polvere.

Veramente un ottimo lavoro 

Grazie millle per i complimenti!

una regione che mi ha sempre affascinato , forse ora e' troppo tardi per andare , ormai ho finito le cartucce , ma le tue immagini mi invogliano , complimenti , speciale per me

Grazie Roby!

Un bel reportage. Complimenti.

Grazie mille!

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